La chiesa di San Bartolomeo a Monte Oliveto è un ex complesso monastico ubicato in via Monte Oliveto a Firenze. Il cenobio benedettino olivetano, situato nella cura di Santa Maria a Verzaia poco fuori Firenze, venne fondato nel 1334, quando un gruppo di monaci provenienti dal monastero di Santa Maria del Monte Oliveto di Siena, si stabilì nel luogo detto Santa Maria del Castagno. Questo venne ampliato nel 1377, grazie alla cospicua donazione effettuata da Bartolomeo Capponi, che mise a disposizione dei monaci una vasta porzione di terreno, successivamente edificato nel 1454, su progetto dell’illustre architetto Michelozzo di Bartolomeo, anche se il prospetto originario della struttura è stato rimaneggiato nel corso dei secoli. Nel 1373 venne assegnata al monastero in commenda la badia di San Miniato al Monte e nel 1411, con una bolla di papa Gregorio XXIII venne aggregata al monastero olivetano di San Bartolomeo la piccola comunità agostiniana di San Lorenzo del Castagno o (Oratorio di San Lorenzo delle Cave), insieme al suo patrimonio fondiario. Intorno al 1553, a seguito della decisione di Cosimo I de’ Medici di intraprendere dei lavori di fortificazione sul Monte Oliveto, i monaci lasciarono il monastero per trasferirsi nella chiesa di San Michele di Berteldi a Firenze. Nel 1592, quando i monaci olivetani abbandonarono la sede di San Michele Berteldi per tornare nel monastero di Monte Oliveto, ottennero il possesso della chiesa e della prioria di Sant’Apollinare. Le entrate della chiesa spettavano al monastero e il curato della chiesa era un monaco olivetano, solitamente scelto tra i monaci di San Salvatore di Monte Oliveto. Lo spazio interno è costituito da unica navata con volte a crociera: tra le opere originarie ad affresco compaiono un’Ultima Cena staccata dal refettorio e corredata di rispettiva sinopia del Sodoma risalente al 1515 circa, alcune rappresentazioni dovute alla mano di Bernardino Poccetti del 1608 circa. Numerose sono invece le tele dipinte da alcuni tra i maggiori protagonisti della pittura riformata fiorentina, tra questi si vedano il Cristo e la Emorrosia del Poppi posto sull'altar maggiore l'Assunzione di Maria di Domenico Passignano del 1592; seguono inoltre l'Ingresso di Cristo in Gerusalemme di Santi di Tito, la Vergine in gloria col Bambino e Santi della seconda metà del '500, il Beato Bernardo Tolomei di Simone Pignoni, la Santa Francesca Romana del pittore fiorentino Fabrizio Boschi del 1610. Nella chiesa, oltre all’Annunciazione di Leonardo vi era anche conservata una tela che apparteneva alla fase matura di Raffaellino del Garbo, identi?cato con il pittore Raffaellino de’ Carli, uscito dalla scuola del Botticelli e di Filippino Lippi: la sua Resurrezione eseguita per la cappella Capponi, è ora alla Galleria dell’Accademia di Firenze. Nel 1808 accolse parte dei monaci del soppresso monastero di San Benedetto di Sienae nel 1810 il monastero di Monte Oliveto venne soppresso per essere poi ripristinato con la Restaurazione ed essere definitivamente soppresso nel 1866.